lunedì 10 gennaio 2011

Che bella giornata per Checco Zalone!

Ricordo quando, alla fine del 2009, fui convinto dai commenti positivi di alcuni amici ad andare a vedere Cado dalle nubi, il primo film incentrato sul comico Checco Zalone, pseudonimo del pugliese Luca Medici. Mi avevano detto che non era come gli altri film comici italiani, ed era vero. Cado dalle nubi era inaspettatamente divertente, ricco di spunti simpatici, intelligenti e provocatori: era deliziosamente politically scorrect. Trovo indimenticabile, per le incontrollabili, grassissime risate che mi provocò, la scena dell’amico nero di Checco che suona alla porta del vecchio leghista in preda al delirio xenofobo recitato sulle note del Va’ pensiero.
E’ con queste promettenti premesse che sono andato a vedere il nuovo film di Checco Zalone, Che bella giornata, anche questo diretto da Gennaro Nunziante, il talent-scout che scoprì Medici; la trama di Che bella giornata, non per caso, ha diverse somiglianze con il film precedente. Checco, ragazzone energico e sincero quanto ignorante e burino, vorrebbe diventare carabiniere, ma dopo il terzo tentativo fallito si rassegna a svolgere il mestiere di buttafuori in una scalcagnata discoteca brianzola. Una provvidenziale raccomandazione, tuttavia, lo porta a diventare addetto alla sicurezza per la Curia di Milano: sebbene non si riveli adatto né all’accoglienza dei visitatori, né come guardia dei quadri, Checco finisce a controllare l’accesso alla statua della Madonnina del Duomo. Per questo motivo verrà preso di mira dal giovane terrorista arabo Sufien, che vuole sfruttarlo per piazzare una bomba alla Madonnina facendolo irretire da sua sorella Farah (la carinissima Nabiha Akkari). Checco si innamora subito di Farah e la trascina in gite presso improbabili trulli lombardi, feste di battesimo pugliesi (occasione in cui il famoso Caparezza, che interpreta sé stesso, viene costretto a cantare brani del calibro di Sarà perché ti amo), pasti luculliani e quant’altro. Riuscirà Farah a portare a termine il suo piano diabolico? Oppure sarà Checco a riuscire a convertirla al “puglianesimo”?
C’erano grandi aspettative verso Che bella giornata, frutto sia della qualità di Cado dalle nubi, sia del fortissimo battage pubblicitario con cui è stato promosso, e a mio parere il film si è rivelato decisamente all’altezza, nonostante non disponga né dei colpi di genio né dell’effetto sorpresa del precedente. Le gag non sono quasi mai scurrili, e per quanto venga detta ben più di una parolaccia, i dialoghi non scadono nel turpiloquio gratuito; anziché la Lega Nord, il mondo omosessuale e quello musicale italiano, stavolta la satira colpisce la religione (di striscio) e il conflitto tra le religioni (frontalmente), ridicolizzando diversi aspetti sia del cattolicesimo che dell’Islam, ma soprattutto l’ottusità dei fanatici di entrambe le parti. Gli attori sono stati chiaramente scelti con cura, e mi sono parsi tutti perfettamente adatti ai ruoli, dai più famosi (Tullio Solenghi, Rocco Papaleo) ai meno (l’amico di Checco, Giovanni, è interpretato da Luigi Luciano, meglio noto come l’Herbert Ballerina dei trailer di Maccio Capatonda). Chapeau a Checco che riesce a far ridere anche solo con le sue espressioni facciali, o con risposte, spesso fuori luogo, brevissime ma esilaranti.
Va infine menzionato l'incredibile successo del film nelle sale cinematografiche italiane: in soli 5 giorni di programmazione, Che bella giornata ha incassato la mostruosa cifra di 18.647.479 euro, battendo blockbuster quali Avatar e Harry Potter e tutto il cinema italiano di sempre, portando così un lauto guadagno alla casa produttrice Taodue, affiliata a Mediaset.
Naturalmente Checco Zalone ha commentato la cosa con sarcasmo: «Gli incassi di questi giorni mi inorgogliscono ma la vera felicità è per Valsecchi e Pier Silvio Berlusconi: che bello aiutare gli indigenti».

Lor

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