giovedì 17 febbraio 2011

Ottavi di Champions parte prima


Questa settimana si sono disputati i primi quattro match degli ottavi di Champions fornendo molti spunti di riflessione, bei gol e ovviamente tanto spettacolo.
Direi di partire dalle squadre italiane che, dopo aver stentato nei gironi eliminatori, hanno avuto la fortuna di pescare dall’urna di Nyon un sorteggio più che fattibile ma nonostante questo le due scese in campo finora (Milan e Roma) hanno fallito.
Milan 0 – 1 Tottenham: la sfida di San Siro non era semplice per i rossoneri in quanto gli Spurs, seppur privi del loro uomo simbolo, Gareth Bale, oltre che di tutti i difensori titolari, rimangono una squadra competitiva, che sta ben figurando in Premier (quarto posto), che ha saputo vincere il girone dell’Inter, e che soprattutto ha dimostrato di avere un gioco e degli interpreti di livello assoluto. Il primo tempo è stato pressoché dominato dai londinesi con un convincente possesso palla, buone occasioni e la sensazione di poter sbloccare la gara da un momento all’altro. Di contro il Milan, squadra da sempre considerata da Champions, ha dimostrato tutti i limiti che peraltro erano già emersi nel girone eliminatorio: Allegri propone lo stesso gioco che in serie A gli vale il primato, fatto di un centrocampo totalmente muscolare, la squadra divisa in due tronconi, con rapide e repentine verticalizzazioni e tutto il peso offensivo lasciato agli attaccanti, senza un vero e proprio gioco di squadra, ma affidandosi ad Ibrahimovic (penoso considerando i suoi standard, ma questa non è una novità vista la sua sindrome europea…). Il risultato è stato un gioco sterile e una sensazione di impotenza piuttosto triste. Nel secondo tempo i rossoneri si sono scossi un minimo ma i veri pericoli sono arrivati dal solo Yepes. Gli spurs hanno calato leggermente il ritmo per poi ferire letalmente gli avversari con un contropiede magistrale orchestrato dal centometrista Aaron Lennon e finalizzato perfettamente dal Peter Crouch. Vincere con due gol di scarto al White Hart Lane sarà un’ardua impresa.
Roma 2 – 3 Shaktar: che i capitolini non fossero in un momento di forma particolarmente brillante era più che evidente, ma aspettarsi qualcosa di più in un ottavo di Champions oltretutto contro una squadra proveniente dal campionato ucraino ferma da 40 giorni era più che lecito. La squadra di Ranieri (per quanto ancora?) è passata in vantaggio con Perrotta sparendo poi dal campo e subendo il forcing ucraino che con i suoi brasiliani è riuscita a produrre un gioco non particolarmente rapido ma efficace, segnado 3 gol in 10 minuti. Nel secondo tempo c’è stata una reazione, peraltro flebile, che ha portato all’eurogol di Menez e nemmeno l’ingresso di Borriello è servito per raggiungere quantomeno il pareggio. Inutile ribadire quanto il campionato italiano sia in un periodo di crisi e i risultati in Europa non fanno che certificare tutto ciò.
Le altre due sfide sono state sicuramente più avvincenti, sia come ritmo che come giocate. La gara del Mestallia tra Valencia e Shalke si è conclusa con un pareggio: 1-1 risultato giusto sia come occasioni che come mole di gioco, anche se c’è da dire che gli spagnoli hanno sviluppato un maggior possesso palla senza riuscire a finalizzare, mentre i tedeschi sono stati meno spettacolari ma più concreti. Da segnalare il 71° gol nelle competizioni europee di Raul Gonzales Blanco, un campione dalla classe cristallina che, a dispetto dei 34 anni, continua a risultare decisivo nelle partite che contano.
L’ultimo match era la super sfida tra Arsenal e Barcellona, una partita considerata da molti LA partita, trovandosi di fronte le due squadre che giocano il calcio più spettacolare d’Europa. La gara non ha tradito l’attesa in quanto i due allenatori hanno impostato un match a viso aperto, con squadre prettamente offensive. Il Barça è passato in vantaggio con un gol di Villa su assist di Messi (piuttosto anonimo), sfruttando il mancato movimento difensivo della difesa  Gunners. L’Arsenal si è opposta al grande possesso palla blaugrana con ripartenze rapide e immediate verticalizzazioni, sfruttando la velocità di Walcott, e l’immensa classe dei suoi centrocampisti. Nel secondo tempo le occasioni si sono susseguite da entrambe le parti ma i cambi, a mio avviso, hanno fatto la differenza. Guardiola ha tolto Villa per mettere un centrocampista contenitivo come Keità e avanzando Iniesta nel trio d’attacco. Wenger di contro ha osato come è nel suo spirito facendo cambi prettamente offensivi: fuori Song, in ombra a causa del giallo preso nei primi minuti di gara, e dentro Arshavin arrestando Nasri al fianco del giovane Wilshere in mediana; poi ha tolto anche Walcott per mettere un'altra punta, Bendtner. Un grandissimo gol di Robin van Persie e una splendida azione di contropiede orchestrata da Fabregas e Nasri e conclusa da Arshavin hanno permesso ai Gunners di vincere la partita meritatamente.
In conclusione possiamo dire che i giochi sono ancora aperti in tutte le sfide; ovviamente la Roma ha il compito più duro, ma vista anche la pochezza difensiva dimostrata dagli ucraini può sperare; il Milan dovrà fare una grandissima gara per uscire indenne dal fortino londinese degli Spurs; Valencia e Shalke se la giocano in quanto entrambe hanno un buon attacco ma difese ridicole mentre per quanto riguarda la sfida del Camp Nou tutti i pronostici sono inutili: l’imprevedibilità delle due squadre fa sì che tutto possa succedere.


Mywo

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