martedì 5 luglio 2011

Il tour dei Korn sbarca in Italia

I Korn sono tornati in Italia. Finalmente.
Dopo un anno dal loro ultimo album Korn III: Remember who you are, del quale consiglio l’ascolto soprattutto per il suo distaccamento dai due precedenti lavori (See you on the other side e Untitled) legati ad uno stile industrial metal e poco coerente con la band, i tre di Bakersfield sono partiti per un nuovo tour regalando ai fan del Bel Paese tre nuove date: Padova, Roma e Torino.
Io ho partecipato a quest’ultima a Collegno (TO), essendo un fan di vecchia data della band e ne sono rimasto positivamente colpito.
Ero pronto a sorbirmi le cattive sonorità dei pezzi industrial ma i Korn hanno spiazzato l’intero pubblico del Colonia Sonora (manifestazione che ha ospitato l'evento) eseguendo dall’ultimo album solo due canzoni (Pop a pill e Oildale), Coming undone e Twisted transistor da S.Y.O.T.O.S. e nessuna da Untitled.
Il resto del concerto è stato un tripudio di ricordi e brani storici. La band è partita con il botto: Blind e il suo famosissimo “Are you ready!?” iniziale, per poi continuare con un altro grande pezzo, Here to stay.
Jonathan Davis, con il suo immancabile kilt ha allietato i pubblico con la cornamusa (Shoots and ladders), Fieldy slappava il basso come solo lui sa fare e Munky continuava a saltellare a destra e sinistra del palco coinvolgendo la folla a danzare insieme a lui.
Una coreografia povera, un nero telone con la scritta "Korn", è bastato per fare da contorno ad uno show energico, con pochi fronzoli ma grande passione.
Non sono mancate le sorprese come la cover di One dei Metallica e una versione esclusiva di Alone I break. Il finale, dopo Got the life, Falling away from me ed una Somebody someone  che ha fatto esplodere l'arena, è stato un crescendo, con la band che ha continuato a cantare una decina di pezzi storici e singoli senza sosta (alcuni interi, altri solo strofa e ritornello) quali Make me bad, Thoughtless, Did my time, Clown accompagnati da un We will rock you spuntato dal nulla.
Come ultima traccia, la più cattiva: Y’all want a single, poi i saluti e qualche autografo.
Un concerto molto fisico, vivo, libero dai vincoli dei tour promozionali, con un’unica pecca, la brevità: lo show è durato 80 minuti circa.
Una nota positiva il dj set metal tra la band d’accompagnamento (gli Stillwell) e il check degli strumenti, un’ottima idea per non rendere infinita l’attesa dei fan.

Lares 

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