domenica 13 novembre 2011

Mylo Xyloto: il nuovo album dei Coldplay, presentato a Madrid



24 ottobre 2011, data di uscita dell'ultimo album dei coldplay: Mylo Xyloto.
L'opera è stata preceduta dai due singoli Every teardrop is a waterfall e Paradise che hanno riscontrato un grande successo in tutto il mondo. Come se non bastasse, i Coldplay, prima dell'uscita, hanno pubblicato nel loro sito internet e su facebook spezzoni musicali delle canzoni, immagini relative la copertina, parti delle liriche e titoli dei brani per mantenere alto l'interesse dietro il loro nuovo lavoro. Fan, critici, discreditori ed il pubblico in generale, sono rimasti colpiti dall'estrosità del progetto e sin dai primi rumors non sono mancate recensioni, adorazioni e malelingue. In primis il titolo: Mylo Xyloto. Ma cosa vuol dire?Secondo i Coldplay non vuol dire assolutamente nulla, hanno deciso di inventare due nuove parole per dare all'album e alla band una ventata di rinnovamento. In realtà a Chris Martin è sfuggita l'idea che Mylo e Xyloto siano un ragazzo ed una ragazza, probabilmente fidanzati o in relazione tra di loro. Per confermare questa tesi basta guardare la scaletta dei brani, dove si parte con la presentazione dei personaggi (Paradise), una fuga di casa per vedere com'è il mondo fuori (Charlie Brown), l'innamoramento (Us against the world), i primi problemi (U.F.O.), l'addio (Princess of China) ed il finale agrodolce (Don't let it break your heart e Up with the birds).
La band, dai fan di vecchia data, è stata subito accusata per aver abbandonato nel tempo il loro stile intimo e semplice dei primi due album dedicandosi a sonorità più "mainstream" e pop. Io, che mi trovo qui a recensire l'album da un punto di vista obiettivo, nonostante siano una delle mie band preferite, posso concordare con questa idea ma allo stesso tempo affermare che pochi come i Coldplay hanno avuto il coraggio di cambiare nel corso degli anni e che, nonostante i vecchi album siano opere d'arte, Mylo Xyloto non è così brutto e commerciale come la maggior parte dei fan sostiene. Bisogna togliere dalla testa tutti pregiudizi e poter affermare che i Coldplay si sono evoluti da migliore band rock-pop a migliore band pop.

L'album
Esteticamente riprende il mondo di colori di Viva la vida portandolo all'estremo grazie all'utilizzo di bombolette spray. L'immagine che ne fuoriesce è un grigio legato alla freddezza della realtà dal quale tenta di fuggire quel poco di fantasia che rimane. Ogni canzone ha un suo simbolo che sembra faccia parte di un codice segreto mentre il cd è una spirale di colori caldi che ti avvolge mentre lo senti suonare. Le canzoni hanno in comune la particolarità. Forse non tutti si sono accorti che la maggior parte dei brani ha una metrica completamente differente dalle solite canzoni pop formate da strofa-ritornello-strofa-ritornello-finale. In Mylo Xyloto molte volte non esistono veri e propri ritornelli, altre il suono è un crescendo fino all'ultima parte della canzone.
Hurts like heaven come prima (vera) traccia ti fa comprendere quanto i Coldplay abbiano avuto il desiderio di cambiare: la voce elettronica di Chris Martin è uno shock per tutti ma dopo i primi spaventi viene voglia di saltellare ad ogni ascolto.
Paradise, il secondo singolo, ha anche lui bisogno di più ascolti. All'inizio sembrava una canzone senza mordente, poi ti ritrovi a canticchiarla ovunque senza capire il perché. E' questo il segreto dei Coldplay, riuscire ad entrare nello spirito delle persone anche controvoglia. Qui l'uso di strumenti come l'organo, i violini ed il piano mischiati con l'elettronica sono stati un azzardo, ben riuscito.
Charlie Brown è la canzone che mi ha colpito sin dal primo ascolto. La migliore dell'album secondo il mio parere. Voci alla Alvin Superstar che tentano di far uscire il bambino dentro le persone, suono avvolgente, voce di Chris Martin sfruttata per note da lui mai utilizzate in passato ed un crescendo che si spegne melanconicamente con l'assolo di pianoforte.
Us against the world è la prima vera ballad, chiarra e voce, dove Martin tira fuori tutto il suo arsenale di cantante e songwriter. Molto bella ma che poteva diventare perfetta con un altro giro di quel fine traccia-potenziale ritornello. Si poteva fare di più.
Every teardrop is a waterfall, primo singolo ufficiale, è il manifesto della band: la perfetta canzone gioiosa ma allo stesso tempo malinconica in stile Coldplay. Dovunque voi siate, sarà difficile far finta di nulla o tentare di toglierla dalla radio, è un motore per il cuore.
Major minus è la traccia che mi ha colpito di meno. Qui hanno tentato di sperimentare troppo, mischiando il nuovo corso con lo stile di Politik, facendo fuoriuscire un qualcosa di insipido.
U.F.O.. Seconda ballata, anche questa potenzialmente ottima ma che poteva essere sfruttata di più anziché essere ridotta a due minuti di belle parole, tenerezza e ululati.
Princess of China, il duetto con Rihanna è probabilmente il pezzo dove critica e fan si stanno sbranando da tempo. Io penso che sia uno dei brani più riusciti. Se i Coldplay volevano mostrare a tutti la loro innovazione, questa ne è la prova. Sono riusciti a donare alla voce di Rihanna sonorità particolari mai sentite nelle sue canzoni o in altri duetti. I loro "lalala" in sincro sono una delizia per le orecchie. Ero scettico anch'io ma mi sono dovuto ricredere. Anche l'utilizzo massicco dell'elettronica, nonostante non sia "da Coldplay" ha funzionato però è presente un uso eccessivo di ululati ed un ritornello in più non avrebbe guastato.
Up in flames. La migliore delle ballate presenti nell'album. Infonde quella tristezza che solo la band londinese sa fare. Piano, voce, batteria e, probabilmente, qualche lacrima.
Don't let it break your heart tenta di scuotere l'ascoltatore dopo Up in flames e con l'utilizzo della giusta carica lo obbliga a ballare e scatenarsi. Brano in perfetto stile Mylo Xyloto, riprende quello già detto per le altre tracce. Molto caos che fa bene allo spirito.
Up with the birds. Pezzo conclusivo, che infonde speranza in un finale agrodolce. I Coldplay hanno voluto dare nella prima parte del brano un tocco di maestosità per poi tornare con il loro stile nella seconda parte e salutare con i loro messaggi di buona fortuna. Una piccola perla.
Secondo me l'album è un buonissimo progetto, che è parte dell'evoluzione naturale della band. Non sarà un Viva la vida ma, probabilmente, non vuole assolutamente esserlo. Le note stonate del prodotto sono i troppi cori ed ululati, un poco di ripetività e la messa in secondo piano di chitarra elettrica e basso. Dispiace per la mancanza della bside Moving to Mars che poteva sostituire intermezzi incolori come M.M.I.X. e A hopeful transmission.
Mylo Xyloto è una bestia da palco. Ogni loro canzone presente nel cd/vinile che sia è amplificata nei loro concerti. Se qualche traccia farà storcere il naso al primo ascolto per radio, diventerà la preferita dopo averla vissuta live in uno dei loro show.

Moving To Madrid
Per caso mi sono ritrovato a Madrid gli stessi giorni del loro concerto in diretta mondiale su Youtube ed ho potuto ammirare di nuovo la band alle prese con il nuovo progetto dopo l'Heineken Jamin Festival. Il posto, l'Arena dei tori, è stupendo per i concerti, ha un acustica e una visuale ottima in ogni lato e viene sfruttato al massimo con posti a sedere anche dietro il palco. Dopo dieci minuti di un video-documentario particolare ma abbastanza soporifero, i Coldplay si sono comportati divinamente come ad ogni loro spettacolo. Sempre in movimento, parole commosse in inglese e spagnolo, tracklist all'altezza dell'evento con nuovi brani mescolati insieme alle vecchie hit e sorprese come Politik, Till kingdom come e Life is for living nella versione lunga da concerto (ancora mi chiedo perché non l'abbiano utilizzata sin da subito così!). Il palco, pieno di luci e colori, entrava sino nel cuore dell'arena trasformandosi in un'enorme X dove Chris & co. cantavano, saltellavano e lanciavano strumenti musicali per aria(!). Anche le canzoni più toccanti sono state suonate lì (vedi Up in flames), con l'immancabile pianoforte. Sono tornate le farfalle, durante In my place, questa volta mischiate alle lettere X e M, ed i fuochi d'artificio, a inizio concerto e nello spettacolare finale con Every teardrop is a waterfall. Non sono mancate Viva la vida, Yellow, Clocks, Fix you e la mia preferita, The scientist. Unica pecca, la brevità del concerto. Ricordo di un Udine 2009 dove hanno suonato per due ore e più mentre ultimamente riescono a superare a malapena l'ora e mezza. Si può fare di più, soprattutto per i fan! Nel complesso è stata un'esperienza unica, la stessa folla spagnola è migliore, ahimé, di quella italiana nel godersi lo show. Una bolgia che cantava all'unisono, tutti che ballavano e gioivano insieme e la "panolada" finale per il bis.
Una meraviglia.

Scaletta:
Back to the future theme (intro)
01. Mylo Xyloto
02. Hurts like heaven
03. Yellow
04. In my place
05. Major minus
06. Lost!
07. The scientist
08. Violet hill
09. God put a smile upon your face
11. Up in flames
12. Till kingdom come
13. Politik
14. Viva la vida
15. Charlie Brown
16. Life is for living
17. Clocks
18. Fix you (con l'omaggio a Amy Winehouse, Rehab)
Lares

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