sabato 24 dicembre 2011

Vasi di Natale: gli auguri dei blogger

Per il primo Natale di VasiComunicanti, abbiamo deciso di regalarvi dei pensieri, dei brevi testi, redatti dai nostri bloggers, per farsi conoscere e per farvi gli auguri. Troverete aneddoti, piccole storie e riflessioni personali sul Natale e sulla fine dell'anno. Speriamo che apprezzerete l'idea e continuerete a seguirci anche nel 2012, ricordando che potete sempre contribuire ed entrare anche voi a far parte dei bloggers di VC.
Auguri di buon Natale e di un sereno anno nuovo da parte di tutto lo staff di VasiComunicanti!


Se qualcuno mi avesse chiesto qualche settimana fa un mio pensiero sul Natale e sulle feste, la risposta sarebbe stata molto negativa, molto pessimista, un po’ perché lo spirito natalizio è andato a farsi benedire ormai da qualche anno e un po’ per il mio stato d’animo di allora. La realtà ora è molto diversa: ho già vissuto il mio Capodanno, il mio anno è già finito, proprio qualche settimana fa. E con quest’anno se ne sono andati pensieri, rabbia, tristezza, vuoto e, con loro, gli stati d’animo più terribili che io possa augurare al mio peggior nemico. Detto del Natale, ormai vissuto senza il giusto spirito, preferirei soffermarmi sul Capodanno: il 31 dicembre è sempre stato per me molto importante perché, per quanto sia un giorno come tanti altri, ha sempre avuto un valore particolare. Un cambio di pagina che segna la fine di un capitolo e l’inizio di uno nuovo; un momento per fare il punto della situazione, tirare le somme, ma anche per godersi le persone che ci circondano, che ci vogliono bene. Siccome la mia vigilia di Capodanno l’ho già passata, mi trovo proprio in questa fase: mi godo, finalmente a pieno, le persone che amo, gli amici che mi sono sempre stati vicini, riscoprendone alcuni vecchi e conoscendone di nuovi.
E per questo voglio ringraziare tutti, sinceramente. Scusate la banalità e la semplicità delle mie parole ma chi mi conosce sa che vengono dal cuore.
Quella del 31 dicembre sarà ancora una serata emozionante che aprirà un 2012 in cui conoscere nuove persone che si raccontino e che abbiano voglia di ascoltarmi, ma soprattutto qualcuno con cui condividere nuovi racconti. 

Raccontami.

D9P
Nelle scorse settimane mi sono chiesto che cosa desideravo come regalo di Natale. Non solo per poter dare suggerimenti ai miei genitori, ma anche come piccola forma di autoanalisi. Che oggetti vorrei possedere? Niente di speciale, roba semplice, per divertirmi o per stare bene: un nuovo lettore mp3, visto che la presa delle cuffie del mio vecchio Audiola da 2GB ha ceduto all'usura; un paio di maglie pesanti nuove per l'inverno appena cominciato; qualche bel videogioco (rigorosamente in offerta su internet), come per esempio The Witcher 2... come se non ne avessi abbastanza, di videogiochi nuovi. Ne compro quasi all'ingrosso, li impilo sulla scrivania e li faccio attendere mesi e mesi prima di installarli. La lista d'attesa è veramente nutrita, e di questo passo, tra lo studio e le prime esperienze lavorative, non la smaltirò tanto presto.
Mentre pensavo tutto questo, d'un tratto mi sono chiesto che cosa potrebbero desiderare per Natale i personaggi dei videogiochi che possiedo. Niko Bellic di GTA IV, tanto per cominciare. Che regalo vorrebbe da Babbo Natale? Un kalashnikov con cui vendicarsi di chi l'ha tradito o riavere indietro i propri cari perduti? Frank West di Dead Rising 2 chiederebbe di sicuro una fiala di Zombrex per salvare sua figlia Katey dalla zombificazione, o magari un mezzo di trasporto per fuggire da Fortune City e poter riprendere la sua vecchia vita tranquilla. Batman, immagino, gradirebbe qualche gadget che gli consentisse di salvare l'Arkham Asylum più in fretta e di tornarsene nella Batcaverna a guardare il Super Bowl in tv, mentre l'anonimo pilota/stuntman di Flatout: Ultimate Carnage si accontenterebbe di un casco o di uno stock di antidolorifici. Piccole comodità, divertimenti semplici... forse, dopotutto, al Dragonborn di Skyrim basterebbe un sacco a pelo. Per Ezio Auditore di Assassin's Creed Brotherhood, una macchina fotografica digitale: meno omicidi e più scatti panoramici dalle cime delle torri che ama scalare. Carte da briscola ai litigiosi personaggi di Street Fighter IV, così potrebbero sfidarsi senza finire sul lastrico per le spese mediche. Optimus Prime regalerebbe volentieri un subwoofer a Megatron, così che i giochi di Transformers diventino concorrenti di Just Dance 3. Una smartbox ai personaggi di Borderlands per prendersi una vacanza da quelle lande infernali, delle Playstation 3 alle truppe di Dawn of War II; qualcosa che li distragga dai conflitti, dall'azione, dall'adrenalina, dal gusto per la violenza...
Forse, ripensandoci, è un bene che sia io e non loro a desiderare queste cose. Che me ne farei di un gioco con un protagonista pacifico e felice?
Lor

Dunque, io che sono il redattore sportivo, dite che dovrei tirar fuori un pensiero natalizio coerente con tale ambito? Meglio di no, a Natale c’è la sosta dei campionati di calcio (tristezza), Natale coincide con il periodo di pausa per il tennis e per gli sport motoristici, ci si può consolare solamente con la Premier League, il basket e gli sport invernali! In realtà sarebbe meglio godersi l’atmosfera natalizia e non pensare a tutto ciò. Ovviamente non a tutti piace il Natale con tutto ciò che ne consegue; personalmente sono uno di quelli che l’atmosfera natalizia l’ha sempre amata, non tanto per l’inutile sfarzo che si vede in giro, luci e addobbi dappertutto, tantomeno per ciò che il Natale rappresenta, non essendo cristiano. Mi piace l’idea di fare e ricevere regali, di stare tutti insieme, anche se a dire il vero quest’anno non ne sono stato contagiato particolarmente! In ogni caso faccio gli auguri a tutti i nostri lettori, contento del fatto che stiate aumentando sempre più!
Mywo

Quando avevo cinque o sei anni, scrissi una lettera a Babbo Natale facendo un elenco di cose che volevo in regalo che occupò all’incirca nove fogli. A pensarci bene ne avevo sei, perché avevo appena iniziato ad andare a scuola, quindi ero stato bravo quindi mi spettavano tutti i dannatissimi regali che volevo. Mi dissero (ovviamente) che qualcosa come settanta regali era eccessivo, ma ribattei che tanto Babbo Natale mica li pagava, perché preoccuparsene? Cosa gli costava farmi avere tutto?
A Natale trovai una grande quantità di pacchetti (tra tre nonni, una bisnonna, cinque zii, due cugini in età da zio e gli amici dei miei con figli di età simile alla mia, a Natale ho sempre avuto una fortuna invidiabile), e una lettera nella quale il Babbo in persona mi invitava a moderarmi: i regali glieli fornivano gli Elfi, ma non facevano in tempo a costruirne così tanti per ogni bambino in così poco tempo, e la lettera l’avevo spedita il 20. Proposi ai miei di scrivere in Agosto, ma mi fu spiegato che le poste del Polo Nord aprono solo a Dicembre.
Quando scoprii l’inesistenza di Babbo Natale (il prete parlò della Befana, ma da lì a capire che era poco realistico un panzone vecchio come il cucco che portava in una sola notte miliardi di doni su una slitta volante il passo era breve), la cosa non mi toccò: a Natale mi interessavano due cose, vedere i miei cugini e scartare i regali. Della nascita di Gesù e di Babbo Natale mi è sempre fregato poco, a Messa il 25 si parlava solo dei regali ricevuti, subodorando che Babbo Natale stabilisse buoni e cattivi in base alla partita IVA dei genitori (il vecchio prendeva bustarelle).
Godetevi il Natale, amici di VasiComunicanti, perché per far festa è una scusa come un’altra, e far festa insieme piace a tutti.

Buona festa dei Saturnali da Falco_Nero87
P.S. Ora che sono cresciuto, so che i regali li fornisce la Coca Cola.

20/12/2011 - h.03.06 – Stansted Airport, London. In attesa del volo che ti riporterà a casa. Qualcuno accanto a te apre la propria valigia: intravedi una maglietta, qualche paio di calze, un pettine rosso; poi richiude la valigia, e non puoi più sbirciarci dentro. E tu immagini chi sia quel qualcuno, ti chiedi dove stia andando e se parli la tua stessa lingua. Una ragazza mi chiede, in un italiano un po’ stentato, se posso controllarle la valigia mentre lei si allontana un attimo. Le dico di sì. Quando torna, per ringraziarmi, mi regala prima una scatola di mirtilli e poi un barattolo di funghi, “perché la mia valigia è già pesantissima e non ci stanno. Ve li lascio a voi. Prendi, prendi”, dice alla mia amica. E tu, nonostante il sonno e i chilometri che ti separano dai tuoi affetti, per un attimo ti senti a casa. Ti senti bene. Sarebbe bello se, per qualche secondo di ogni singolo giorno del 2012, potessimo sentirci così. Perché dimenticarsi a tratti di chi non può esserci, di chi non vuole esserci, di chi non sa esserci, ti fa amare di più chi c’è. Buon Natale a tutti.
Fabrizio De Andrè - Inverno
Erin

Sono venuto da poco a conoscenza di un avvenimento davvero eccezionale: nel 1914, in piena guerra mondiale, alla vigilia di natale, i soldati inglesi e tedeschi di tutto il fronte occidentale decisero in piena autonomia e di propria iniziativa di smettere di combattere almeno durante quella santa notte, incontrandosi nella terra di nessuno e scambiandosi auguri e doni: in quella notte i soldati si scontrarono per la prima volta con le bugie dei loro superiori e dei loro paesi, vedendo che i loro nemici, così tremendi e spietati secondo la propaganda, erano uomini come loro, con famiglie, mogli e fidanzate esattamente come i loro commilitoni; si può dire che fu l’ultima occasione per degli eserciti di combattere “onorevolmente”, dimostrando di avere rispetto per coloro con cui si stavano scontrando: da allora tutti i vertici, militari e politici, iniziarono ad intensificare le azioni di propaganda, in modo più crudo nell’immediato, punendo e giustiziando i “colpevoli”, e in modo più subdolo negli anni a venire, inculcando teorie, ideologie e religioni in modo sempre più radicato nelle persone, in modo che mai più si ripetessero simili avvenimenti. Sarò banale ma certe volte vorrei solo vivere un po’ più come i surfisti americani degli anni ’50, che abbandonavano un lavoro per andare a fare i barboni agli occhi di tutti, e che in realtà mollavano gli uffici e il caos mondano per ritrovare un po’ di serenità e felicità nei loro cuori.
Per natale regalatevi una fuga dalle vostre vite.
Drow

Pensavo sarebbe stato semplice per me esprimere i miei sentimenti verso le festività natalizie. Dentro di me ho idee molto chiare in merito. Chissà perché, diviene tutto così complicato una volta di fronte alla tastiera. Non sono cristiano. Per me, natività non significa nulla. La fine di dicembre rimane tuttavia la parte dell’anno che preferisco. Per alcuni giorni all’anno il mio animo è in comunione completa con quello delle persone che mi circondano, anche se assai diverse da me sotto molti aspetti. Riesco a pacificare ciò che sono oggi con ciò che sono stato in passato, durante l’infanzia e durante l’adolescenza. Il cinema con papà e mamma a sei anni, l’ingombrante (e inseparabile) lettore cd portatile sull’autobus a quindici, il gioco di ruolo con gli amici a diciassette… Attraverso una rituale rivisitazione delle mie esperienze natalizie passate, attraverso la musica di allora, attraverso i libri e i ricordi di allora, riesco a rivivere davvero i momenti più piacevoli della mia esistenza. Acquisisco una serenità interiore (che solitamente mi è estranea) che mi permette di vivere pienamente il presente. Ok il consumismo sfrenato eccetera… ma sono certo che ci sia un’ “aria” davvero diversa in questi giorni dell’anno. Che mi ritrovo ad attendere con ansia ogni volta.
Ummm… che confusione. Talvolta vorrei essere uno scrittore…
Spectraeon_86

Ma… prima di farvi gli auguri, di quella volta che mi trovavo in quella foresta, v'ho mai raccontato? C'era un lago di fronte a me, o una specie di acquitrino. L'odore d'acqua stagnante che ne emanava non riusciva però a sopravanzare quello d'una qualche pianta che verdeggiava qua e là tra gli alberi, talvolta stagliandosi verso il cielo per atteggiarsi essa stessa ad albero. Costeggiando questo pavimento d'acqua e fango e brulicanti vite, m'attardavo a rimirare cosa lo sguardo percepiva in lontananza: prepotenti cime, aguzze e austere, canute di bianca e fredda saggezza proteggevano un'enorme vallata verdeggiante, dentro la quale non si faticavano a scorgere villaggi e capanne di legno. Zanzare silenziose mi pungevano di quando in quando sotto i polsi. Tanti viaggi sotto quest'albero; tante novità: il che poi è routine, se ci pensi bene.
Però in virtù della libertà che regala (dicono ancora per poco) la libertà, voglio sentirmi positivo. Voglio metterci il cuore anche in questo sporco nuovo anno. Per trovare nuove storie. E nuovi viaggi.
Auguri vita viola!
Nino

Volevamo offrirvi un pensiero di Natale, che sapesse di neve, abeti carichi di sfere colorate, luci accese e bicchieri di vin brulè fumanti. Volevamo. E invece lo faremo lo stesso, anche se quest'anno al 25 dicembre ci stiamo arrivando un po' sulle ginocchia, come al termine di una maratona iniziata chissà dove chissà quando. Per la verità ancora adesso mentre scriviamo fatichiamo a renderci conto che siamo proprio alle porte di Natale. E dire che all'inizio dell'autunno, quando fine dicembre sembrava ancora lontano e quasi esotico ci eravamo immaginati una marcia di avvicinamento lenta e infarcita di tutti i crismi della tradizione: albero e addobbi vari acquistati già a fine novembre e trionfalmente allestiti pochi giorni dopo, le caselline del countdown pre natalizio che si aprono una ad una mentre con tutta calma si scelgono i doni. Sarà come sarà, sarà lo scherzo di un folletto ingrugnito, sta di fatto che niente di tutto questo è accaduto, e oggi suona ridicolo andare a comprare un abete last minute da montare e smontare troppo velocemente….
Natale, dunque, fatica ad arrivare. In compenso il natale stà già scaldando i motori. Siamo impazziti? Qual'è la differenza - direte voi - tra Natale e il natale? Beh se vi interessa ve lo spieghiamo in due parole.
Il natale (l'articolo determinativo singolare maschile è fondamentale) è il nome con cui le nostre famiglie allargate (20 persone più o meno) identificano l'evento epocale, l'affare di stato, il delicato summit intergovernativo comunemente noto come Natale. Gli elementi base, ostici ai più, vanno dalla scelta della location (ostacolo quasi insormontabile) a quella del menù, da definire nei minimi dettagli con tanto di attribuzione di compiti specifici ai singoli elementi della truppa. In mezzo: consultazioni riservate circa lo stato dell'arte dei regali, trattative di fine politica familiare per smussare malumori di vario tipo, sessioni di planimetria applicata all'interior design per trovare il modo di far stare 20 sardine un po' cresciute in una casa progettata per ospitarne al massimo 6…. 
Insomma, se quest'anno abbiamo un po' dimenticato Natale, il natale di noi si è ricordato benissimo. A partita ancora in corso conduce uno a zero, ma siamo convinti che quando ci troveremo a scartare i regali di Natale (o del natale?) porteremo a casa almeno un pareggio…
Buon Natale! Quello vero.
POLIStyles
Scendono le temperature, salgono i prezzi della benzina,
si accendono le luci sull’albero, si spenge la speranza di un domani più roseo,
compriamo regali, vendiamo menzogne,
c’è crisi, non c’è dignità.

Godiamoci il Natale perché è una festa, è una pausa, è un attimo regalatoci per riprendere fiato dopo esser stati sommersi per mesi dalle malignità, dai sentimenti più cupi, dalle false notizie e dalle imposizioni.
E’ una festa, sentire o meno l’atmosfera religiosa è un conto, non riuscire a trovare un mezzo sorriso nel caldo delle nostre abitazioni circondati dalle persone più care è un altro.
E’ un periodo difficile perché ci è stato imposto: ribelliamoci! I giornali, la politica, il lavoro urlano contro di noi, vogliono riempirci di idee apocalittiche per controllarci meglio, consci del fatto che dopo le vacanze dovremo tornare di fronte a loro e chinare il capo. Basta. Chiudiamoci per qualche secondo dentro noi stessi e cerchiamo il vero Natale, ognuno con i propri gusti. Proviamo a stare meglio, sfruttiamo questi giorni per trovare quella forza che ci permette di sorridere anche nei momenti peggiori della nostra vita e usiamola per sopraffare chi continua a dire che deve obbligatoriamente andare tutto male. Veramente, cazzo! Non fingiamo di stare bene, cerchiamo cosa ci serve per esserlo e mettiamoci al lavoro. Così, finalmente, saremo capaci di affrontare tutto il male di questo mondo e vivere un 2012 con le emozioni a mille. O almeno poter dire, ridendo: “ci ho provato”.
Buone feste.

Lares

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