lunedì 28 febbraio 2011

La rinascita del Borussia Dortmund


Nel 2005 questa società era sull’orlo del fallimento, sommersa dai debiti e costretta a vendere tutti i giocatori più rappresentativi nonché a tagliare del 20% il monte ingaggi. Oggi il BVB guida la Bundesliga con un vantaggio imbarazzante sulle inseguitrici, 12 punti sul Leverkusen, 14 sull’Hannover, addirittura 16 sul Bayern Monaco, recentemente affondato 3-1 nell’ultimo turno di campionato.
L’artefice di questo miracolo è senza dubbio Jürgen Klopp, il giovanissimo tecnico tedesco (43 anni) che è riuscito a creare un perfetto equilibrio nella squadra, proponendo un gioco altamente spettacolare ma tremendamente concreto. Guardando i numeri ci pare di vedere la classifica della Liga in cui il Barça è primo con un grande distacco sulle altre, detenendo il miglior attacco e la miglior difesa; eppure questa è la Bundesliga, un campionato che tradizionalmente è sempre molto combattuto. Non quest’anno però, gli uomini di Klopp dopo una sconfitta iniziale non si sono più fermati accumulando questo grande vantaggio, segnando tantissimo, più di tutti (52 gol) e subendone pochissimi (14) detenendo nettamente la miglior difesa della lega. 
Voi penserete che per raggiungere questo livello siano stati investiti in estate fior fior di milioni: tenendo conto di acquisti e cessioni il Borussia ha speso per questo mercato la bellezza di 2 milioni di Euro, si nessun errore. L’allenatore è uno dei più giovani d’Europa e non ha avuto paura di lanciare tantissimi giovani provenienti dalla primavera o pescati sapientemente in campionati minori: il caso più eclatante è quello di Mario Gotze (3/06/1992) che a 18 anni è arrivato addirittura in nazionale A. Fermarsi a lui però sarebbe riduttivo, ci sono Schmelzer, Großkreutz e Hummels tutti dell’88, tutti tedeschi e tutti freschi di convocazione in nazionale; ci sono Subotic, Kagawa e Le tallec ma soprattutto c’è Nuri Sahin, il genietto turco del centrocampo del BVB, un giocatore che ha fatto tutta la trafila nelle giovanili e che una volta approdato in prima squadra non è più uscito dalla formazione titolare.  
A tutto ciò va aggiunta un’altra cosa che sicuramente influisce sui buoni risultati di questa squadra: il Borussia gioca nel Westfalenstadion, ribattezzato nel 2006 per i noti problemi economici del club Signal Iduna Park. Questo impianto è il più capiente della Germania con 82932 posti a sedere ed è lo stesso stadio che noi italiani ricordiamo bene per la semifinale del 2006; detto questo però c’è da sottolineare che questa arena è sempre piena, e non metaforicamente, in quanto ha una media spettatori pari a 80000 presenze, la più alta di tutta Europa! Questo fa capire che entusiasmo ci sia attorno a questa squadra, con una tifoseria allegra e rumorosa, ma sempre nel rispetto degli avversari.
Per concludere inserisco questo simpatico spot della Evonik, azienda chimica industriale sponsor del BVB, che ha voluto mostrare quello che è lo spirito allegro e spensierato di questo team. La pubblicità è in tedesco ma penso si capisca facilmente; protagonista è una giovane bella ragazza che prima di uscire passa davanti ai genitori e la madre, scandalizzata per il suo abbigliamento, la esorta ad andare subito a cambiarsi se vuole uscire di casa. La ragazza esegue e torna in salotto avendo cambiato totalmente vestiti, ora più consoni ad un’uscita. :)
 
Mywo

Best goal of the week #7


Settimo appuntamento per la nostra rubrica con i migliori gol della settimana selezionati per voi tra i campionati di tutto il mondo!
Rooney settimana scorsa, Briand questa, due splendide reti, molti simili e di difficilissima fattura. In questo caso l’esterno offensivo lionese riesce a coordinarsi eseguendo una splendida sforbiciata che non lascia scampo al portiere avversario. La classe c’è e anche se gli anni passano il signor Pernambuncano non smette di deliziare tutti con i suoi tocchi: in questo caso Junhino conclude una bella azione della sua nuova squadra araba con un sontuoso colpo tacco. Parlando della New Generations si fa notare il neo nerazzurro Luc Castaignos, bloccato a quanto pare dall’Inter per la prossima stagione, con un bel pallonetto a scavalcare il portiere; rimanendo in tema di giovani, in questo caso ben più affermati, torna al gol Alexandre Pato con una bella serpentina tra i giocatori del Chievo. Da segnalare il gol di O’Hara perché è uno schema provato e cercato ma per nulla semplice, complimenti! Come sempre non possono mancare le bordate da fuori area con Bravo, Hitzlsperger (alla prima con gli Hammers), Kormaz e Ambrose. Infine c’è la fantastica punizione di un terzino sinistro che sta facendo un gran campionato con la maglia dell’Everton: Leighton Baines.


1) Martin Bravo (Pumas)
2) Hitzlsperger (West Ham)
3) Juninho (Al-Garafa)
4) Luc Castaignos (Feyenoord)
5) Jamie O’Hara (Wolves)
6) Pato (Milan)
7) Umit Korkmaz (Vlf Bochum)
8) Leighton Baines (Everton)
9) Darren Ambrose (Crystal Palace)
10) Jimmy Briand (LIone

A voi.


Mywo

Premi Oscar 2011: vincitori e vinti



Nella nottata appena trascorsa al Kodak Theatre di Hollywood sono stati assegnati gli Academy Awards, meglio conosciuti come Premi Oscar, giunti all'83° edizione. La serata è stata condotta dai due giovani attori James Franco (127 ore) e da Anne Hathaway (Amore e altri rimedi) che si sono magistralmente impegnati in un divertente video di apertura in cui i due protagonisti vagano nelle scene più famose dei film candidati, come Inception, The fighter, Il discorso del re e Il cigno nero.


Le previsioni sui vincitori si sono tutte avverate: trionfa Il discorso del re con quattro statuette, si confermano The social network e Inception con tre premi a testa e nessuna sorpresa sui premi personali agli attori, protagonisti e non. Sorprende l'esclusione di Christopher Nolan delle nominations (e quindi dal premio) come miglior regista e sorprende anche la sconfitta de Il grinta dei fratelli Cohen: dieci nominations e zero premi. Personalmente mi sono stupito dei due Oscar a Alice in Wonderland mentre sono molto contento per le due meritatissime statuette a Toy Story 3.

Qui di seguito l'elenco completo dei vincitori:

MIGLIOR FILM Il discorso del re

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA Colin Firth per Il discorso del re

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA Natalie Portman per Il cigno nero

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA Christian Bale per The fighter 

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA Melissa Leo per The fighter 

MIGLIOR REGISTA Tom Hooper per Il discorso del re 

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE Toy story 3 - La grande fuga 

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE Il discorso del re, David Seidler 

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE The social network, Aaron Sorkin 

MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE The social network, Trent Reznor e Atticus Ross

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE We belong together, da Toy story 3 – La grande fuga. Musica e testo di Randy Newman

MIGLIOR SONORO Inception, Richard King

MIGLIORI EFFETTI SONORI Inception, Lora Hirschberg, Gary A. Rizzo e Ed Novick

MIGLIORI EFFETTI VISIVI Inception, Paul Franklin, Chris Corbould, Andrew Lockley e Peter Bebb

MIGLIOR SCENOGRAFIA Alice in Wonderland.  Direzione artistica: Karen O’Hara. Decorazione set: Robert Stromberg

MIGLIOR FOTOGRAFIA Inception, Wally Pfister

MIGLIORI COSTUMI Alice in Wonderland, Colleen Atwood

MIGLIOR TRUCCO Wolfman, Rick Baker e Dave Elsey

MIGLIOR MONTAGGIO The social network, Angus Wall e Kirk Baxter

MIGLIOR DOCUMENTARIO Inside job, Charles Ferguson e Audrey Marrs

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO Strangers no more, Karen Goodman e Kirk Simon

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO God of love, Luke Matheny

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO ANIMATO The lost thing, Shaun Tan e Andrew Ruhemann

MIGLIOR FILM IN LINGUA STRANIERA In un mondo migliore (Danimarca), diretto da Susanne Bier

PREMI OSCAR ALLA CARRIERA Eli Wallach - Kevin Brownlow - Jean-Luc Godard

D9P

Morsi di MMORPG #2: Champions Online


Champions Online è un mmorpg supereroistico della Cryptic Studios lanciato sul mercato il primo settembre 2009, e recentemente convertito in versione “free to play”, ovvero gratuita. Cryptic Studios, software house californiana facente parte del colosso Atari, aveva già realizzato, nel 2004, un videogioco online incentrato sui supereroi, ovvero l’ottimo City of Heroes, e un anno dopo gli aveva già affiancato City of Villains, una controparte in cui era possibile impersonare un supercattivo e lottare contro i buoni del titolo originale. L’esperienza accumulata dai Cryptic è stata riversata in Champions Online, che condivide molte delle caratteristiche dei due titoli precedenti: stile chiaramente fumettistico, altissima personalizzabilità del proprio super-alter ego, gameplay immediato e divertente. Ad animare Champions Online ci pensa il motore grafico Game Tech, caratterizzato dall’utilizzo del cel-shading e da una buona rifinitura, anche nei minimi dettagli. 
La prima caratteristica di Champions Online che colpisce il giocatore è l’editor di personaggi, incredibilmente vasto e dalle potenzialità pressoché infinite. Il proprio supereroe può essere modellato a piacere, dalla taglia alle espressioni facciali, dallo stile di capelli alla presenza di arti meccanici o innesti bionici, da foggia e colori del costume ad accessori quali mantelli, maschere, cuffie, corna, ali, code, stemmi, e molto altro. E’ facile rimanere impressionati dall’editor e passarci ore prima di decidere un look definitivo, che poi proprio definitivo non è, visto che durante il gioco è possibile pagare dei personaggi non giocanti per la creazione di costumi alternativi a quello iniziale. Un secondo aspetto decisamente positivo di Champions Online è l’alta varietà di ambienti da esplorare e nemici da combattere: una volta che ci si sono fatte le ossa nella città di partenza, il giocatore potrà partire in missione verso i ghiacci del Canada, le rovine di una città subacquea, le dune di un deserto funestato da mostri enormi, i demoni di un’altra dimensione... I cattivi che il nostro supereroe si troverà a gonfiare di botte sono perlopiù ben caratterizzati e diversificati; mi sono spesso trovato a ingaggiare combattimenti solo per il piacere di scrutare i dettagli dei tirapiedi, per non parlare dei nemici di rango superiore e dei boss. Una volta raggiunto il livello 25, poi, si può addirittura creare, sempre con l’immenso editor di personaggi, la nemesi del proprio eroe! Questi inizierà a ordire piani malvagi specificamente contro il protagonista e di tanto in tanto gli manderà contro gruppi di sgherri, anch’essi personalizzabili dal giocatore. 
Ciò che ha reso Champions Online oggetto di questa rubrica è la sua già citata trasformazione in mmorpg gratuito: la versione Free For All del gioco, rilasciata lo scorso 25 gennaio, rende possibile giocare senza sborsare un centesimo. Cryptic ha dunque deciso di intraprendere la strada già seguita, ad esempio, da Turbine Inc. con i suoi Dungeons & Dragons Online e Lord of the Rings Online: si rilancia un gioco non (più) all’apice dell’attenzione con l’irresistibile proposta del giocare gratis, poi si cerca di di invogliare il giocatore ad acquistare oggetti, poteri, costumi, missioni o privilegi bonus presso un game shop interno, la cui valuta si compra con denaro vero. Mi viene in mente, tra l’altro, che non ho mai visto un gioco su Facebook che non si basi su questo sistema. La strategia pare funzionare, visto che i due titoli di Turbine hanno richiamato milioni di giocatori; un risultato che altrimenti, continuando a far pagare un canone mensile per giocare, si sarebbero sognati. Anche Champions Online è diventato ancora più popolato, e attualmente è molto facile trovare un gruppo di altri giocatori con cui affrontare le missioni più impegnative, o semplicemente con cui attaccare delle super-risse. 


Mi piacerebbe poter scrivere un articolo equilibrato e trattare anche delle magagne di Champions Online, ma, onestamente, non ne trovo. La versione Free For All mantiene tutta la freschezza del gioco, l’immediatezza del suo gameplay d’azione, coniugandola con la mai troppo lodata gratuità economica; pieni voti anche agli aspetti della grafica, del divertimento e del carisma. Se vi piacciono i supereroi e non avete ancora provato questo gioco, non avete davvero scuse: correte a questo indirizzo http://www.champions-online.com/splash, iscrivetevi e provatelo! 


Lor

domenica 27 febbraio 2011

VaSongs #3

Rieccoci dopo quasi un mese a illustrarvi gli ultimi successi (e non) musicali, dopo il ciclone Sanremo che come sempre smuove il mondo discografico. Proprio dai due migliori sopravvissuti di Sanremo vorrei partire: si tratta di Mauro Ermanno Giovanardi, ex leader dei La Crus, che per l’occasione si è riunito al vecchio compagno di band Cesare Malfatti per un’ultima collaborazione, da cui è nata Io confesso. Il ritmo ben scandito, i violini e i cori danno a questo brano una piacevole atmosfera che ricorda gli anni d’oro della musica italiana, senza contare una voce, intensa e profonda, che supplica di avere un’altra possibilità dopo aver ceduto alle tentazioni. La seconda reduce è una giovane donna, già concorrente alla seconda edizione di X-Factor: Serena Abrami non ha vinto nella sua categoria ma ha sicuramente avuto una visibilità importante per Lontano da tutto, canzone molto coinvolgente scritta da Niccolò Fabi.

Cambiando nettamente genere, vorrei passare a un gruppo molto amato dalle ormai donne di tutto il mondo, i Take That, che recentemente si sono riuniti a Robbie Williams. Dopo The flood, arriva il secondo sorprendente singolo: Kidz. Parlo di sorpresa perché a sentirlo senza conoscere chi canta, si potrebbe cogliere degli spunti tipici dei Duran Duran o sonorità dei Depeche Mode. Saranno pur sempre i Take That però è giusto sottolineare quando c’è un cambiamento, magari anche positivo.

Attesissimo ritorno quello della band torinese dei Subsonica. Dopo un primo singolo trascurabile, Eden (che sarà anche il titolo del disco di prossima uscita), esce Istrice, sicuramente migliore del precedente. Si tratta di una canzone dedicata a Torino, casa di Samuele & co., che però sembra anche rivolta a una donna, probabilmente la stessa Torino. Una melodia trascinante sostenuta da una base come sempre influenzata dall’elettronica. Tutto da capire anche il videoclip della canzone, tra l’horror e lo splatter.

Segnalazioni veloci da non perdere: terzo singolo tratto da Wonderlustre per gli Skunk Anansie, You saved me, e terzo indizio che fa presagire a un intero album interessante; novità anche per James Blunt che propone qualcosa che sembra perlomeno non copiato da altri (forse da sé stesso) con So far gone; quei romanticoni dei Train chiedono invece la mano della loro amata con Marry me, quarto singolo tratto da Save me, San Francisco.

Come sempre tengo al fondo la novità migliore e, in questo caso, la più grande sorpresa. Brooke Fraser, cantautrice neozelandese, che ha mosso i suoi primi passi nella musica che conta nel 2003, sbarca anche in Italia con Something in the water, dall’album Flags: una allegra ballata pop con un richiamo folk nel ritmo e nel ritornello, di cui non si può non innamorarsi.

D9P

Il momento di Jovanotti? ORA!

Quale migliore presentazione e sunto del nuovo disco di Jovanotti, Ora, se non il primo singolo Tutto l’amore che ho? Da questo atteso album, che segue l’enorme successo di Safari, escono due facce di Lorenzo Cherubini: il già apprezzato lato romantico, il cui apice in carriera si chiama A te, e il lato vintage, che riporta il cantautore al suo passato hip-hop/dance. Il primo singolo, in heavy rotation in tutte le radio, racchiude perfettamente questi due aspetti perché a una base che rispolvera beat e suoni dance Jovanotti sovrappone un testo completamente dedito alla Lei di ciascuno di noi. Ed è così che fa bingo.
Questo è il fil rouge che accompagna tutta la tracklist: brani lenti si intervallano a brani più movimentati e a questi giusti mix di cuore e gambe. Un primo esempio può essere la seconda traccia, Le tasche piene di sassi, che, a parte lo sciagurato titolo, dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, il talento cantautoriale del moderno Jovanotti, e che potrebbe essere il secondo singolo. La formula è quella di A te: un bel pianoforte e un testo davanti al quale non ci si può non scogliere. Ascoltando, ascoltando, nasce spontanea una domanda: perché Jovanotti insiste sulle esse che tanto hanno condizionato la sua carriera? Il ritornello recita “Sono Solo Stasera Senza di te, mi hai laSciato da Solo davanti a Scuola”. Sembra un tantino forzato, contando che nel parlare questa zeppola l’ha persa, ma lascio queste conclusioni a voi.


Con Amami ci si butta decisamente in pista. Come detto in precedenza, il sound dance che Jovanotti ha voluto dare alla sua nuova opera rompe quasi nettamente con Safari, molto più pop. Amami apre anche e soprattutto all’elettronica abbinandogli una melodia ripetitiva ma che cattura. Jovanotti spalanca il suo disco a tanti dj che potranno cimentarsi in svariati remix di canzoni già ben predisposte. La traccia numero 4 è la title-track Ora, anch’essa con numerosi effetti che vanno nella direzione degli altri brani, seppur più lenta; dei bei chitarroni accompagnano il testo di Il più grande spettacolo dopo il Big Bang che anticipa forse la canzone migliore del disco: L’elemento umano, con un cameo dell’amico Luca Carboni tutto da trovare. Ma il raggio di sole dell’album è La bella vita, brano italo-francese spensierato, allegro e molto solare. Tra le ultime tracce spiccano le movimentate La notte dei desideri e La porta è aperta (tutta da ballare) e la lentissima Un’illusione.

Ora si presenta in due versioni disco singolo o doppio. Per quanto Jovanotti abbia detto che la versione “normale” sia quella più completa mentre il disco singolo sia l’edizione speciale, mi permetto di dire che il secondo cd risulta abbastanza inutile perché distante dal target a cui si rivolge il primo. Troppo sperimentale verso la dance, con testi spesso insulsi ad esclusione di I pesci grossi in cui Cesare Cremonini restituisce il favore regalando a Lorenzo le fortunate melodie di Mondo.
Per concludere vorrei esprimermi sulla grafica di questa nuova opera di Jovanotti che ha avviato una collaborazione con l’artista post-dadaista Maurizio Cattelan. A parte la copertina (praticamente identica a quella di Safari), il booklet di Ora è ricco di foto artistiche scattate da Cattelan (che, per chi non lo sapesse, non è quello di Quelli che il calcio o di Radio 105) che non creano grande coerenza interna alla grafica. Sicuramente non possiedo la sensibilità per poter apprezzare questo genere artistico ma la prima impressione è stata quella.
D9P

sabato 26 febbraio 2011

L’ultimo gesto di un campione senza tempo


Che il rapporto tra questo capitano e la sua signora fosse di quelli speciali lo si era capito da tempo, l’aveva capito anche chi del mondo Juve non fa parte, dagli avversari ai dirigenti, dagli amici ai nemici. Che il rapporto fosse di quelli duraturi, di quelli che vanno oltre i semplici aspetti economico/sportivi era chiaro a tutti, una cosa ovvia guardando i numeri, i gesti, le dichiarazioni.
Lui e la sua signora, un rapporto indelebile che nemmeno Calciopoli e la discesa in serie B avevano fatto vacillare; giù da campione del mondo assieme a quei pochi che campioni si sono dimostrati realmente,  anche di testa e di cuore, andando oltre le logiche puramente economiche (“io? juventino fin da bambino”, “l’Inter? La squadra per cui ho sempre tifato”,”il Milan? L’ho sempre amata più di tutte” cit. questione di stile…).
In molti purtroppo, giornali in primis, non appena sono iniziate le trattative per il rinnovo del contratto, hanno iniziato a parlare e sparlare di cifre immaginarie, mai emerse realmente ne da parte della Juventus FC ne dall’entourage del giocatore, scrivendo di una richiesta di 3 ml, addirittura si è arrivati a 3,5 a fronte di un’offerta di 1. Del Piero essendo una persona seria e un professionista, uno che non ha mai messo i soldi davanti alla Juve, uno che da campione del mondo poteva andare a giocare in Premier e guadagnare il doppio, uno che nel 2008 quando ha firmato l’ultimo contratto aveva offerte oltre che dall’Inghilterra anche dai ricchi campionati d’oltreoceano, appunto lui con questo gesto ha voluto ribadire quale sia la sua priorità, cosa ci sia davanti a tutto, cosa resta di importante dopo 18 anni, 667 presenze e 280 gol: la sua signora Juventus.
Il primo contratto, nel lontano 1993 era stato appunto firmato, da un giovane Alessandro, “in bianco”, proprio perché arrivare in quel club, arrivare a giocare dove erano passati Platini, Sivori, Boniperti, Baggio ecc era il suo sogno e lui era consapevole già allora che quello era solo il punto di partenza e poco gli importava della cifra che la società gli avrebbe voluto riconoscere, conscio del fatto che da sempre la Juve dà il giusto a chi se lo sa meritare.
Quest’ultimo gesto ha una valenza che va un po’ oltre, perché dimostra tutta la volontà da parte del capitano di poter concludere la sua carriera solo con questa maglia, facendolo nel nuovo stadio e fugando ogni dubbio (più dei giornali che dei tifosi…) che lui è disposto ad accettare ciò che la Juve gli proporrà, lasciando sì di fatto tutto nelle mani della società ma compiendo anche un gesto che rimarrà nella storia del club.
Vi lascio le sue parole, orgoglioso come pochi di aver avuto la possibilità di ammirare questo calciatore e di stimare quest’uomo.

"Ciao a tutti, credo sia arrivato il momento di parlare direttamente con voi che mi seguite con tanta passione da tanti anni giorno dopo giorno. Da tempo leggo accanto al mio nome riferimenti a situazioni e comportamenti che non mi appartengono e questo mi amareggia. Il motore della mia carriera è stato da sempre l'amore profondo per il calcio, per la maglia della Juventus e per i suoi tifosi. Non per i soldi: ho guadagnato molto nella mia vita, avrei potuto guadagnare anche di più altrove accettando le offerte che più volte, anche ultimamente, mi sono state fatte. Ho parlato al Presidente, non di aspetti economici, ma della mia volontà di mettere a disposizione anche per il prossimo anno la mia determinazione, la mia professionalità e la mia passione, la mia voglia di vincere ancora, la voglia che mi ha accompagnato dal torneo di Viareggio al Mondiale, per non parlare della Serie B. Ci tengo a sottolineare che il legame per la maglia e per i tifosi per me non è quantificabile. Ho firmato il mio primo contratto con la Juventus in bianco, firmerò anche quello che sarà l’ultimo della mia carriera con questa maglia in bianco"A.D.P.


 
Mywo

venerdì 25 febbraio 2011

Torna la banda di Una notte da leoni: primo teaser dell'atteso sequel!

La Warner Bros ha diffuso oggi un'attesissima anteprima: il primo trailer di Una notte da leoni 2 (in originale The Hangover part II) in uscita in tutto il mondo il 27 maggio 2011. Si tratta più che altro di un teaser con ben poche immagini del film ma che ci fa pregustare una nuova esilarante avventura. Il cast è confermatissimo: il regista Todd Phillips e il quartetto formato da Alan (Zach Galifianakis), Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms) e Doug (Justin Bartha). Nel cast anche Liam Neeson e Bill Clinton in un cameo. 
Il plot è lo stesso del primo fortunatissimo film cioè una serata da ricostruire e, di nuovo a quanto pare, un Doug in meno! Stavolta però non siamo più a Las Vegas ma a Bangkok in Thailandia. Tutto da capire anche il look di Galifianakis...


D9P

Square: novità assoluta nei pagamenti!


Presto si avrà la possibilità di uscire di casa senza soldi contanti, portandosi dietro solamente la carta di credito. Impossibile direte voi in quanto ci sono tantissimi negozi/esercizi commerciali di qualunque tipo che attualmente non dispongono di un POS (“point of sale” punto di vendita) attraverso il quale è possibile pagare con Bancomat o carte di credito. Proprio qui sta l’innovazione di Square, un piccolissimo quadratino bianco collegabile al jack audio (presa cuffie) di un qualunque dispositivo Apple (iPhone, iPad o iPod Touch) o ad uno smartphone Android. Questo apparecchio è stato creato da uno dei fondatori di Twitter, Jack Dorsey, e sfrutta un lettore magnetico all’interdo di questa piccola guaina plastificata (2,5 cm circa); oltre all’aspetto hardware c’è ovviamente un software programmato appositamente che trasforma i dati, dopo il relativo “strisciamento” della carta, da magnetici in segnali elettrici. A questo punto entra in gioco l’applicazione, scaricabile sia dall’App Store sia dall’Android Market, la quale traduce le informazioni in un file criptato e le invia ai server di Square dove verrà completata la transazione attraverso il network globale. 
Questa possibilità di pagamento sfrutta due tendenze emerse negli ultimi anni: la sempre crescente proliferazione degli smartphone e la diminuzione costante dei pagamenti in contanti rispetto a quelli con carta di credito. L’idea è proprio quella di dare a chiunque abbia un esercizio commerciale per cui sia richiesto un pagamento, la possibilità di effettuarlo senza denaro contante. Attualmente sono molti i negozi che per vari motivi non mettono a disposizione un POS soprattutto per i costi: si parla, riferendoci agli USA, di 900 dollari per il macchinario più i costi mensili di gestione stimati tra i 15 e i 25 dollari indipendentemente dalle vendite.
Parlando un po’ di numeri, dall’uscita di Square, avvenuta nel 2010 con un programma pilota, ovviamente per ora solo in America, si contano più di 200000 account ma le cifre sono assolutamente in divenire visto che nel solo mese di Gennaio 2011 ci sono stati 65000 iscritti. Ovviamente il pagamento tramite Square ha un costo, che è del 2,75% di ogni transazione. Detta così potrebbe sembrare alta però tenendo conto di quanto si spende abitualmente a dotare e mantenere in un esercizio commerciale un POS tradizionale, ci si accorge che è una cifra ragionevole, anche perché dà possibilità del tutto nuove. Infatti le quotazioni dell’azienda sono salite vertiginosamente e i proprietari si aspettano di incrementale le vendite del proprio prodotto in maniera consistente facendolo diventare di fatto il più utilizzato mezzo di pagamento al mondo.

Mywo