lunedì 30 aprile 2012

Dragon's Dogma, provata la demo per Playstation 3

La Capcom, la casa produttrice di saghe celebri come Devil May Cry e Resident Evil, si lancia nel mondo degli action rpg con un progetto ambizioso e un obiettivo quanto mai difficile, ovvero quello di riuscire a inserirsi in un ambiente dominato da giganti come The Elder Scrolls V: Skyrim e Mass Effect 3 (tralasciando poi i giochi “minori” come Dark SoulsKingdoms of Amalur: Reckoning o Dragon Age II). La demo, messa online il 25 aprile, ci serve da assaggio per capire come questo nuovo gioco tenti di distinguersi dalla massa.


Dopo aver installato la demo, avrete la possibilità, come in tutti i giochi del genere, di creare un vostro alter ego modificandone aspetto, voce e movenze. Fin qui, nulla di nuovo sotto il sole. Vi verrà poi offerta l’occasione di affrontare due mini-missioni: nella prima, chiamata “L’avvento”, faremo la conoscenza con il drago che dà anche il titolo al gioco stesso. Ma non lo affronteremo subito, ovviamente, mentre ci verrà data la possibilità di combattere dei semplici goblin e delle arpie fino ad arrivare a una chimera, ben più impegnativa dei precedenti nemici; nella seconda, chiamata “L’ombra dilagante della morte”, affronteremo, ancora una volta, un gruppo di goblin per poi vedercela con un bel grifone. 

Sicuramente la prima cosa che balza all’occhio è il sistema di combattimento, davvero profondo e molto più “action” di quello di Skyrim. Del resto il producer e il director del gioco sono Hiroyuki Kobayashi e Hideaki Itsuno: entrambi, in passato, hanno lavorato su Devil May Cry e Resident Evil, e la loro esperienza in fatto di combattimenti si nota tutta. I controlli del nostro personaggio sono molto reattivi e le possibilità di attacco sono varie: dai semplici attacchi leggeri e pesanti a mosse più particolari e potenti che si attueranno con la semplice pressione del tasto R1+triangolo, quadrato o tondo. Lo stesso avviene con lo scudo che non ha solo la semplice funzione di parare ma serve anche a contrattaccare e a sbeffeggiare gli avversari. Menzione d’onore per l’arco: con quest’arma non lanceremo una semplice freccia alla volta ma avremo la possibilità di effettuare un attacco più potente con il tasto quadrato (il nostro personaggio tenderà l’arco al massimo per poi scagliare un siluro), un attacco ad ampio raggio con il triangolo (verranno sparate in aria più frecce insieme in modo da creare una “pioggia di frecce”) oppure un attacco rapido con il tasto tondo (il nostro alter ego scaglierà tre frecce insieme verso il nostro bersaglio). 

Insomma, il sistema di combattimento è piuttosto ben fatto e appagante, ci trasmette davvero la sensazione di affondare i colpi. Peccato per la telecamera che non sempre segue a dovere l’azione e spesso crea molta confusione; manca ancora un mese all'uscita del gioco e spero che su questo punto gli sviluppatori riescano ad apportare qualche modifica, mal che va con una patch. Un'altra trovata interessante è quella della gestione dei “pedoni”, ovvero i vostri alleati: ne potrete avere fino ad un massimo di 4 e ci dovremo occupare del loro equipaggiamento e delle loro tecniche di battaglia. Questi pedoni sono ampiamente personalizzabili e, grazie all’online, potremo anche  scambiarli con altri giocatori. Il bello è che i pedoni si portano dietro i loro bagagli di conoscenze e di esperienze per cui ci potranno suggerire i punti deboli delle creature nemiche oltre che guidarci in luoghi a noi sconosciuti.

Da un punto di vista strettamente tecnico, il gioco si assesta sui canoni del genere; il design dei mostri è piuttosto banale per quello che ho potuto affrontare e vedere. Si sa ancora poco della storia ma le poche notizie trapelate fino a oggi fanno presagire la solita e scontata storia fantasy. Si impersonerà, infatti, un eroe morto per mano del drago che gli ha strappato il cuore dal petto e tornato in vita grazie a un incantesimo. Inizierà dunque la vostra caccia al mostro per riprendervi ciò che vi è stato tolto. Probabilmente il gioco non punta su una storia indimenticabile, ma su un sistema di combattimento davvero gratificante. Per quel (poco) che ho potuto provare,  Dragon's Dogma mi ha favorevolmente sorpreso, davvero. Può essere un'ottima alternativa ai due big del genere, anche se non sembra in grado di superarli; per una recensione definitiva, comunque, aspettiamo il 25 maggio. 
                                                                                                                                            HBK

venerdì 27 aprile 2012

Morsi di MMORPG #4: TERA, impressioni dalla open beta

Prodotto dagli sviluppatori sudcoreani di Bluehole Studios, The Exiled Realm of Arborea, meglio noto con il suo acronimo TERA, è un mmorpg pubblicato in patria a inizio 2011 e in d'arrivo in Occidente nei primi giorni di questo maggio. Tra venerdì 20 e martedì 24 aprile si è svolta una sessione di open beta, ovvero di prova libera per gli interessati: è stata la prima occasione per il grande pubblico nordamericano ed europeo di provare il gameplay del gioco, non limitato come in altri casi ai soli primissimi livelli.


Dopo il download del gioco, che pesa ben 25 gigabyte tra client e patch automatiche, ci si crea un personaggio con cui partire all'avventura. La prima scelta, come di consueto, è quella della razza: in TERA ce ne sono sette, ognuna con il suo aspetto caratteristico, la sua storia e le sue abilità particolari.  Oltre agli ovvi umani troviamo i demoniaci Castanics, gli aggraziati High Elves, gli enormi Baraka, i tondeggianti Popori, le loli (apparentemente bambine) Elin e i ferali Aman; a esclusione dei Popori e delle Elin, le varie razze sono disponibili in entrambe le versioni maschili e femminili. 
Avendo un debole per i personaggi robusti, per la mia prova della beta ho scelto un Baraka e ho resistito alla diffusa tentazione di chiamarlo Obama. La seconda selezione che occorre fare è quella della classe. Quattro delle otto possibilità riguardano lo scontro fisico: gli Warrior sono "pseudo-tank" che puntano tutto sulle schivate e sugli attacchi in movimento, i Lancer sono veri e propri tank che eccellono nella difesa a scapito della potenza offensiva, gli Slayer eccellono nel combattimento rapido e brutale con spade a due mani, i Berserker effettuano attacchi caricati devastanti ma sono penalizzati dalla loro lentezza. Le altre quattro classi sono l'Archer, che colpisce a distanza usando archi e trappole, il Sorcerer, che scaglia magie micidiali ma paga pegno con la sua fragilità, il Priest, classico curatore preziosissimo per i gruppi di giocatori, e il Mystic, tanto utile per i suoi buff a salute e mana quanto per le sue evocazioni di creature da battaglia. La scelta naturale per il mio Baraka è stata la classe del Lancer, così da creare il bastione difensivo più imponente possibile.

La prima piccola innovazione con cui si ha a che fare è il setting della sessione di gioco iniziale: anziché cominciare con il solito miserabile personaggio di livello 1 da impegnare con quest da lacchè, TERA ci lancia subito nel cuore di vicende importanti per la trama con il nostro alter ego già a livello 20, con tanto di equipaggiamento e skill adeguate. Il personaggio muove i suoi primi passi sulla spiaggia su cui è naufragato insieme alla flotta del comandante Elleon; dopo alcuni incarichi da tutorial si percorrono delle caverne infestate da mostri alla ricerca del capo, e si finisce ad affrontare, in gruppo, un grosso boss. Contro il successivo, come mostrato da una cinematica, invece non ci sarà alcuna possibilità di vittoria. Ed ecco che la gradevole sessione introduttiva cede il passo al solito lacchè di cui sopra, nei coloratissimi territori della Island of Dawn appena scoperta. 


Da qui in poi il gameplay segue i canoni fissati da altri titoli coreani, come ad esempio Aion, nell'occupare il giocatore con un sistema di quest centrate  sull'andare a parlare con npc di riferimento, sull'ammazzare X mostri e/o sul recuperare Y oggetti dai loro cadaveri o da item interattivi. La noia è stemperata dalle richieste modeste delle quest e soprattutto dal sistema di combattimento, più "fisico" e più dinamico della media. 
Complice l'alto livello grafico, che dà vita a creature molto dettagliate e a panorami quasi artistici, menare le mani in TERA è piuttosto divertente, specialmente grazie al ritmo delle combo, ovvero le concatenazioni di skill offensive che diventano sempre più dannose e soddisfacenti, e alla varietà nei pattern d'attacco dei mob, da imparare e prevedere per ottimizzarne le contromisure. Nel caso del mio Lancer, per concludere impeccabilmente un duello contro il mob di turno era necessario alternare stoccate con la lancia e parate con lo scudo: queste ultime consumano mana ma prevengono completamente i danni se attivate con il giusto tempismo, ed è essenziale capire se il nemico sta per lanciarsi contro il personaggio, per tirargli due schiaffi di seguito o per rotolarsi contro di lui per danni sequenziali. 
Alcuni tipi di nemici si muovono con un seguito di minion, minimostri che attaccano in massa. Nell'affrontarli è meglio usare degli attacchi ad area, AoE in gergo, che li colpiscano tutti insieme; i colpi perforanti con la lancia e una skill rotante del mio Lancer aiutavano nell'impresa, ma altre classi, come il Sorcerer, possono specializzarsi nel crowd control.  Le creature selvagge sono piuttosto varie: si va dagli alberi animati Ghilliedhu agli abominii Sporewalker, dai cerberi bicefali Cromos agli inquietanti Kariagon, Disc Reaper e Runekeeper. Nota di colore: gli onnipresenti mostriciattoli Terron non potranno che suscitare sarcasmo nel giocatore italiano.

Oltre al combattimento ci si può cimentare nel crafting di armi, armature, accessori, pozioni e quant'altro. Formazioni di minerali, piante speciali e cristalli energetici sono sparsi per i territori di gioco in attesa che qualche giocatore laborioso li raccolga, ne ottenga materiali di base per nuove creazioni e alzi così le proprie abilità inerenti, tipo Mining. 
Sebbene io abbia picconato pietre, tagliuzzato erbe e assorbito essenze fin dai primi livelli, non ho trovato le ricette necessarie al crafting fino al livello 10, quando ho raccolto le istruzioni per cucire un tessuto vegetale. C'è da dire, comunque, che la raccolta di ingredienti fa ricevere al personaggio dei buff nella rigenerazione o nella velocità utili nel combattimento, invogliando ad alternare spesso le due attività. Per forgiare nuovi equipaggiamenti bisogna trovarsi vicini a un fuoco da campo, presente negli accampamenti degli npc e accendibile ovunque con un apposito kit; al calore del fuocherello, inoltre, ci si ristora la Stamina, necessaria per attacchi più efficaci. Va poi detto che TERA stuzzica le ambizioni dei giocatori con una vasta quantità di achievement, cioè medaglie e titoli onorifici di ricompensa per determinati raggiungimenti, come l'aver ucciso un determinato numero di mostri, l'aver concluso una certa missione o un certo dungeon. Gli achievement sbloccati sono consultabili nel gioco in una pratica tabella ordinata per tipologie e completa dei requisiti necessari a ottenere quelli mancanti.


La open beta di TERA ha messo a disposizione dei giocatori l'avanzamento del personaggio fino al 32° livello, ma io mi sono fermato, per limiti di tempo, all'undicesimo, e in particolare dopo il primo grande boss fight contro il temibile Karascha, il mostro corazzato che aveva sconfitto la spedizione di Elleon. 
La missione per cui dobbiamo ridurlo a più miti consigli termina la trama principale di Island of Dawn e dà accesso al territorio successivo, in cui tra l'altro riceveremo la prima mount, un cavallo, come ricompensa per aver raggiunto il livello 11. Karascha risiede in fondo a un complesso lineare di caverne (di fatto la prima instance che ci viene proposta), che percorreremo, insieme a un utilissimo npc curatore, evitando o affrontando i mostri ivi residenti. Una volta giunti al boss bisogna rimboccarsi le maniche, ingollare eventuali pozioni di potenziamento, assicurarsi di aver indossato l'equipaggiamento migliore ottenuto fino a quel momento e attaccare usando al meglio le proprie abilità. Nel caso del mio Lancer si è trattato di parare i colpi più pesanti e di colpire nei momenti liberi, contando sui danni delle combo e sulle cure dell'npc di supporto, mentre Karascha si spostava qua e là. L'unico bug che ho riscontrato nella mia intera prova della beta è stato il riscontro della morte del boss da parte della quest, avvenuto qualche minuto in ritardo.


Il mio parere finale su questo assaggio di TERA è senz'altro positivo. Nonostante la sostanziale aderenza ai cliché dei mmorpg orientali, come la tendenza al farming tanto detestata da noi occidentali, essi sono ridotti e diluiti in un gioco visivamente affascinante, dallo stile narrativo più marcato del solito (anche grazie alle scene animate che presentano boss e punti di svolta) e dal sistema di combattimento appagante. Peccato che Bluehole Studios e i vari publisher del gioco abbiano optato per il pagamento a sottoscrizione anziché adeguarsi all'ormai dominante free-to-play, alienandosi l'interesse dei giocatori tirchioni come me; scommetto, comunque, che si arrenderanno alla formula "freemium" entro un anno o poco più.

Lor

giovedì 26 aprile 2012

The Avengers, i Vendicatori finalmente al cinema

Tanto vale mettere le cose in chiaro fin da subito: The Avengers è un film assolutamente eccezionale, uno dei migliori action movie di sempre, anche se sarebbe un errore considerarlo "solo" un film di genere. Si tratta di un film dall’azione e dai ritmi serrati che riesce a coinvolgere e divertire il pubblico in modo straordinario, regalando al contempo una delle migliori esperienze visive della storia del cinema.


Il film trova la sua forza nel riconoscere e valorizzare le sue debolezze: non c’è un protagonista, non ci sono veri colpi di scena e la pellicola non si prende sul serio, ed è per questo che evita il rischio più grande, il deludere i fan che lo attendono da quattro anni, da quando Nick Fury, nelle fattezze di Samuel L. Jackson, è spuntato dall’ombra dei titoli di coda di Iron Man (2008) invitando gli spettatori a unirsi all’"Iniziativa Vendicatori". La scelta di un film corale è dovuta alla presenza di una mezza dozzina di supereroi che hanno meritato (o meriterebbero, negli ultimi due casi) una pellicola tutta loro, dallo shakespeariano Thor (Chris Hemsworth) al redivivo Captain America (Chris Evans), passando per l’istrionico Iron Man (Robert Downey Jr.) al sorprendentemente carismatico Hulk (Mark Ruffolo, rimpiazzo del tutto accettabile di un Edward Norton che, ora come ora, si starà mangiando le mani per essersi rifiutato di riprendersi il ruolo del Golia Verde). Il regista Joss Whedon e gli sceneggiatori sono riusciti nel difficile compito di riunire un gruppo di attori e personaggi del genere senza che nessuno prevaricasse sugli altri, dando un certo peso anche alle figure, che rischiavano di passare in secondo piano, di Occhio di Falco (Jeremy Renner), l’arciere infallibile, e della Vedova Nera (Scarlet Johannson), letale superspia sovietica. La mancanza di grandi colpi di scena è forse l’unica pecca del film, ma per come è impostato il film, non è stata una mancanza particolarmente sentita. L’intero kolossal (perché, diciamocelo, The Avengers sarà ricordato quantomeno come uno dei più grandi kolossal d’azione di sempre) verte su ritmi serratissimi e su uno scopo estremamente semplice: intrattenere lo spettatore. 

Missione compiuta: il film ha una pesante vena umoristica che viene a galla quasi in ogni momento (la brutalità di Hulk ha spesso risvolti comici inaspettati) che coinvolgono lo spettatore, almeno nella sala ove ho assistito alla proiezione, dalle risate da mal di pancia alla standing ovation vera e propria. The Avengers è un film di cui si gode appieno se si ha avuto l’occasione di vedere i cinque film "antefatto", perché vanno a integrarsi in un immenso affresco meta-cinematografico fatto di riferimenti, autocitazioni e azione al cardiopalma che farà la felicità di appassionati e non.
Il film riesce a essere molto più che un semplice collage di battute "cult" (e ce ne sono parecchie), personaggi famosi e tanta adrenalina, e lo fa divertendo e appassionando la sala in un modo avvolgente e coinvolgente. Le scene d'azione sono una meraviglia per gli occhi, le battute esilaranti e i personaggi perfettamente caratterizzati grazie alle quasi dieci ore che hanno avuto i film precedenti per preparare la scena agli eroi di Nick Fury e dell’avvenente Maria Hill (Cobie Smouder, la bellissima Robin di How I Met Your Mother).

Venendo alla trama (occhio agli spoiler!), Loki (Tom Hiddleston), avversario e fratello del mitico Thor, manipola il supercecchino Occhio di Falco e un manipolo di soldati e uomini di scienza per impadronirsi del Tesseract, cubo cosmico dal potere illimitato che solo grazie all’intervento di Captain America, negli anni’40, non aveva permesso all’H.Y.D.R.A., associazione segreta nazista guidata dal temibile Teschio Rosso, di distruggere gli Stati Uniti. Grazie al Tesseract, alla manipolazione di Hulk e della Vedova nera e alla tecnologia di Iron Man, Loki riuscirà ad aprire un portale verso la terra ai suoi nuovi protettori, gli esseri alieni noti come Chitauri, e a dividere gli eroi inviati a fermarlo. Solo di fronte alla minaccia comune e alla presa di coscienza dei propri limiti, Iron Man, Thor, Hulk, Captain America, la Vedova Nera e un nuovamente fedele Occhio di Falco riusciranno a contrastare il nemico e a cementare il proprio rapporto, unendosi per combattere insieme come sotto il nome di Vendicatori, gli Eroi più potenti della Terra. Sconfitto e rispedito ad Asgard Loki, per i Vendicatori sarà tempo di ritornare alle proprie vite, ma gli eroi non sanno che chi ha fornito nuovi poteri e protezione a Loki, il potentissimo e folle Thanos di Titano, è solo in attesa di una nuova occasione per capire potere e annientare la Terra e gli eroi che hanno osato sfidarlo…

I prossimi appuntamenti per rivedere i Vendicatori in azione saranno a maggio e a novembre 2013, con l’uscita di Iron Man 3 e di Thor 2

Falco_Nero87

lunedì 23 aprile 2012

Tris di nuovi manga #3: L'attacco dei giganti, Sket Dance, Crazy Zoo


L'attacco dei giganti
Autore: Hajime Isayama
Editore italiano: Panini Comics
Prezzo: 3,90 €
Frase chiave: «Stavolta è il nostro turno, degli esseri umani. D'ora in avanti... saremo noi a divorare i giganti!»

Sono trascorsi cento anni dalla misteriosa e terrificante apparizione dei giganti, creature umanoidi alte fino a quindici metri la cui principale passione è scovare gli esseri umani e mangiarli. L'umanità, decimata in breve tempo, è stata ridotta al lumicino dalla comparsa di questo inedito predatore naturale ed è stata costretta a rinchiudersi in enormi cittadelle fortificate, protette da solide mura alte cinquanta metri. All'interno di una delle cittadelle, il giovane Eren Jaeger, figlio di un dottore-scienziato, sogna di unirsi al Corpo di ricerca, sezione dell'esercito che si occupa di studiare i giganti e gli strumenti con cui eventualmente tentare di abbatterli; ma i tentativi di controffensiva dell'armata finiscono sempre in tragedia. Un giorno Eren e sua sorella adottiva Mikasa sono testimoni dello sfondamento delle mura cittadine da parte di un gigante immenso, alto quasi sessanta metri, che con una potente pedata crea una breccia per far entrare dei normali giganti. Durante il massacro che ne consegue, Eren e Mikasa assistono impotenti all'orribile morte della loro madre, prima di rifugiarsi in una zona più interna e sicura della cittadella. Cinque anni dopo, i due ragazzi sono nominati tra le dieci nuove leve più promettenti dell'esercito, ma poco dopo ricompare lo stesso colosso fumante che sconvolse la loro vita e ripete lo stesso assalto alle mura. Eren salva sé stesso e i propri compagni grazie all'uso dell'attrezzatura per il "movimento tridimensionale", dotata di rampini e propulsori a gas, e azzarda persino un contrattacco contro il mostro. Il primo volume si conclude con un cliffhanger piuttosto sconvolgente e decisamente inusuale, che mette una gran voglia di leggere il capitolo successivo anche solo per vedere come se la caverà il protagonista.
Crudo e spietato, L'attacco dei giganti (Shingeki no kyojin) ci va giù pesante con lo splatter, e in generale la sua storia è così inconsueta da essersi meritata il Kodansha Manga Award come miglior shonen del 2011. Il punto debole dell'opera dell'esordiente Isayama è chiaramente la tecnica di disegno, piuttosto rigida e sgraziata, in particolare per quanto riguarda i giganti ordinari, davvero brutti. Ciononostante, la missione disperata di Eren, apparentemente destinata al completo fallimento, risulta abbastanza avvincente da invogliare a seguirla. In madrepatria la serie, iniziata nel 2009, è arrivata al sesto tankobon e continua tuttora.


Sket Dance
Autore: Kenta Shinohara
Editore italiano: Panini Comics
Prezzo: 3,90 €
Frase chiave: «Io sono il leader dello Sket-dan, il club che tutela la serenità di questo liceo all'insegna del motto "Ci pensiamo noi a risolverti il problema". Il mio nome è Yusuke Fujisaki, detto Bossun, e sono qui per servirti!»

Come ci insegnano anime e manga, nei licei giapponesi è fortemente consigliata la partecipazione a un qualche tipo di gruppo ricreativo, che sia un club sportivo, artistico, letterario, o di altro tipo. Il gruppo più improbabile mai visto è indubbiamente lo Sket-dan, una sorta di combriccola tuttofare composta da Yusuke Fujisaki/Bossun, leader carismatico dotato di un cruciale "potere" di concentrazione riflessiva e di un talento per i lavori manuali, Hime Onizuka/Himeko, vicepresidentessa del club in passato chiamata Onihime (principessa dei demoni) per il carattere irascibile e manesco, e Kazuyoshi Usui/Switch, nerd freddo e razionale che parla solo attraverso il sintetizzatore vocale del computer portatile che porta sempre appeso al collo. Lo Sket, acronimo di Support Kindness Encouragement Troubleshoot, si occupa di risolvere i problemi altrui, per quanto bislacchi: in questo primo volume si va dal giallo di alcuni scherzi con la vernice all'appuramento dell'esistenza di un fantasma, dall'accudimento di una scimmietta pestifera alla ricerca di un principe azzurro senza nome, passando per l'assistenza nell'allenamento di un samurai e uno scontro tra teppiste. I casi si concludono entro uno o due capitoli, secondo lo schema del manga a episodi. Le indagini e le scene d'azione sono sempre ben condite da battute e siparietti comici, che non di rado citano altri manga più o meno famosi o attuali, tra cui per esempio Bleach e D.Gray-Man; alcuni casi sono aperte parodie di genere, come l'ultimo che sbeffeggia i cliché degli shojo, i manga romantici per ragazze, sfociando quasi nel metafumetto.
I tre personaggi ispirano subito simpatia, con i loro caratteri apparentemente poco compatibili ma con la loro grande capacità di lavoro di squadra; i clienti che di volta in volta bussano alla loro porta hanno sono sempre al limite della caricatura, in maniera un po' vecchio stile. Un problema di Sket Dance è la verbosità di alcune vignette, talvolta eccessiva, che inevitabilmente porta la casa editrice a dover usare caratteri molto piccoli per farci stare tutto, rendendo la lettura più difficile del solito. Nel complesso, comunque, la lettura è leggera e divertente come in pochi altri manga, e non stupisce che Sket Dance abbia vinto, nel 2009, lo Shogakukan Manga Award; dalla serie, per ora giunta a 24 volumi, TV Tokyo ha tratto una versione animata a partire dall'aprile 2011.


Crazy Zoo
Autore: Kohei Horikoshi
Editore italiano: GP Publishing
Prezzo: 3,90 € (in promozione a 1,90 €)
Frase chiave: «Io ho girato il mondo... e riunito gli animali. Lo capisci? Perché io torni a essere un umano... Crazy Zoo... deve diventare il numero uno al mondo!»

Il vispo bambino Shiina stava inseguendo un coniglio in un bosco quando gli è apparso un "demone coniglio" che lo ha maledetto: lo ha trasformato in un uomo-coniglio, dotato di forza e velocità sovrumane, ponendo come condizioni per la trasformazione inversa la dimostrazione di amore verso tutti gli esseri viventi e il raggruppamento di molti animali in uno zoo di fama mondiale. Una quindicina di anni dopo, la goffa ma volenterosa studentessa Hana Aoi entra nel recondito e misconosciuto Crazy Zoo per proporsi come custode, scoprendo che l'assurdo e tirannico direttore Shiina ha anche il potere di trasformare gli animali in creature antropomorfe. Hana viene assunta (a condizioni quasi schiavistiche) e investita del gravoso incarico di rendere famoso il cadente Crazy Zoo, occupandosi tra l'altro delle pulizie, del nutrimento degli ospiti e del loro benessere. La ragazza deve affrontare molte sfide: fermare dei ladri di animali rari, dare più libertà a un gorilla recluso, far dimagrire un ghepardo obeso, aiutare un rinoceronte a conquistare la sexy serpentessa di cui è innamorato, placare la furia distruttrice di un leone frustrato... e tutto mentre Shiina, che "fa solo cose divertenti", la picchia e la bersaglia con carote da lancio, ma la sprona anche e le dà fiducia, aiutandola a credere di più in sé stessa.
Prima della trama generale e dei singoli episodi o dell'umorismo di parecchie scene, l'aspetto più simpatico di questo manga è lo stile di disegno, molto dinamico ed espressivo. La carinissima Hana, in particolare, risalta per le sue mille facce, smorfie ed espressioni, mentre di Shiina eccellono le pose, per metà pigre e sornione e per metà fortemente aggressive, da shonen. Gli animali comprimari hanno un design accattivante, e le scene d'azione ispirano il giusto senso di movimento. Crazy Zoo (Ōmagadoki Dōbutsuen), pubblicato in Giappone dal luglio 2010 all'agosto 2011 su "Weekly Shōnen Jump", si è concluso con il quinto tankobon, quindi da noi, vista la cadenza mensile, l'ultimo volume di questa miniserie dovrebbe uscire ad agosto.

Lor

mercoledì 18 aprile 2012

Burn It Down e Living Things: un ritorno alle origini per i Linkin Park?


Lunedì 16 aprile è uscito Burn It Down, nuovo singolo della famosa band americana Linkin Park. Un anno e mezzo dopo A Thousand Suns,  il gruppo di Los Angeles è pronto a sfornare il suo quinto album, Living Things, prodotto da Rick Rubin (famoso producer del genere nu metal/rock) e con sonorità più immediate e “cattive”. Dalle ultime interviste l’idea che fuoriesce sembra quella di un ritorno alle origini e in particolare allo stile di Hybrid Theory e Meteora.


Il singolo è già acquistabile su iTunes e orecchiabile in radio, mentre l’album uscirà il 26 giugno con l'etichetta Warner Bros. Questa la tracklist ufficiale di Living Things:

1 - Lost in the Echo 
2 - In My Remains
3 - Burn It Down 
4 - Lies Greed Misery
5 - I'll Be Gone
6 - Castle of Glass
7 - Victimized
8 - Roads Untraveled
9 - Skin to Bone
10 - Until It Breaks
11 - Tinfoil
12 - Powerless

Dal 26 maggio, poi, i Linkin Park inizieranno il loro tour mondiale partendo dal Portogallo e toccando festival come il Rock am Ring e il Pinkpop. Nonostante le svariate date in tutta Europa, purtroppo al momento non sono previsti concerti in Italia.

Lares

lunedì 16 aprile 2012

Report: Torino Comics 2012


Venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 aprile si è svolta la diciottesima edizione di Torino Comics, la fiera torinese del fumetto che da alcuni anni si svolge presso Lingotto Fiere, in via Nizza, e questa volta nel suo padiglione 3. L'evento, dedicato a giochi e videogiochi e al cosplay oltre che ai fumetti, ha seguito la stessa formula delle edizioni precedenti, mostrando quindi i soliti (pochi) punti forti e le consuete (parecchie) magagne.


Il primo elemento discutibile che si incontra è il prezzo del biglietto: 10 euro di intero ci possono anche stare, ma lo sconto di soli due euro per i cosplayers, per  i bambini e per gli accompagnatori dei disabili, oltre che per i possessori di alcune tessere, è un po' squallido; chi si traveste (bene) per l'occasione e porta colore alla manifestazione, in particolare, dovrebbe avere diritto a un biglietto ridotto più economico (se non all'accredito, come per i giornalisti), in modo da incentivare l'impegno creativo dei partecipanti e il fascino complessivo della kermesse.
Lo spazio interno del padiglione, arredato con gli stand commerciali, le esposizioni di tavole, quadri e veicoli speciali, l'area relax/giochi da tavolo con tavoli e panche, e quant'altro, non risulta ben gestito. Alcuni corridoi tra gli stand sono stretti e perennemente affollati, spesso con una ressa tale da impedire una tranquilla esplorazione di quanto c'è in mostra, mentre altre zone sono inutilmente ampie, come lo spazio in tra l'area dei tavoli e il chiosco Autogrill, e non di rado vuote. La Sala Azzurra dove si sono tenute le sfilate di cosplay, poi, è chiaramente troppo poco capiente: molte persone rimangono in piedi al fondo della sala pur di assistere allo sfoggio dei costumi dei partecipanti, con alcuni addetti che piombano periodicamente a imporre lo sgombro dello spazio centrale. In generale la fiera non sembra studiata per un grande afflusso di pubblico, errore piuttosto stupido per una manifestazione che ogni anno attira migliaia di appassionati.


L'ospite d'onore di quest'anno era Terry Moore, fumettista statunitense autore della serie Strangers in Paradise e di diversi albi Marvel e DC, fulcro dell'incontro di sabato mattina in Sala Azzurra e disegnatore in diretta, a pagamento, di tavole per i suoi fan; tra i disegnatori e sceneggiatori italiani presenti, Patrizio Evangelisti, Gabriele Dell'Otto, Massimiliano Frezzato e Fabio Ruotolo, Bepi Vigna, Andrea Serio, Paolo Barbieri; Davide G. G. Caci e Giorgio Salati hanno presentato e autografato il loro primo numero della nuova serie Law - Il lato oscuro della legge di Star Comics. Senza nulla togliere agli ospiti di quest'anno, era lecito aspettarsi qualcosa (qualcuno) in più, visto che l'anno scorso era arrivato nientemeno che Don Rosa, colonna storica del fumetto Disney. Sul fronte editoriale, pesano le assenze espositive della suddetta Disney e soprattutto della Panini Comics; lo stand di Sergio Bonelli Editore non era particolarmente grande né ricco di novità, mentre quello di GP Publishing, in piena espansione negli ambiti del fumetto italiano e del manga, si difendeva bene, come pure quello di Star Comics.


I rappresentanti dei vari rivenditori e fumetterie hanno messo in vendita albi, volumi e tankobon vecchi e nuovi, talvolta con sconti degni di nota, e non mancavano action figure, pupazzi, cuscini, spade, mousepad, giocattoli, cappelli, poster e portachiavi dei personaggi e dei brand più famosi. Presenti anche bancarelle di videogiochi vecchi e nuovi; apprezzabile la presenza dei banchi delle caramelle e di un chiosco di ramen, mentre la vera novità era uno stand che vendeva magliette, spille e braccialetti con i meme di internet: Trollface, Me Gusta, Lol e compagnia bella, segno definitivo (specie vista la gran quantità di clienti) che ormai le "faccine di internet" non sono più un umorismo di nicchia per pochi appassionati, ma un fenomeno popolare. Imperdibile per i nerd nostalgici era lo spazio che Flipper & Zolfo, attività di vendita e riparazione di flipper, juke-box e slot machine, ha riempito con piattaforme videoludiche storiche, dal Master System ai cabinati a moneta, consentendo ai visitatori di giocare gratuitamente a Super Mario Land, Metal Slug e altre vecchie glorie. I gruppi tematici organizzati erano gli stessi di sempre, ovvero quelli di Resident Evil, Star Wars, Star Trek e Sentieri Tolkeniani; i primi hanno dato vita alla consueta processione di zombie in gabbia e guardie armate, mentre i secondi hanno proiettato dei film fanmade sulla saga delle guerre stellari.
La vera attrattiva di Torino Comics è, senza dubbio, l'enorme quantità di cosplayer che vi prendono parte, anche con costumi molto ben elaborati e fantasiosi; i fumetti più gettonati erano, come prevedibile, Naruto e One Piece. Ne riporto alcuni, fotografati alla meno peggio: da One Piece, Nightmare Luffy, Perona e Brook, Luffy, Zoro e Jewerly Bonney (più uno Stewie Griffin in vena di photobombing), Portgas D. Ace genderswapped, Usopp e Chopper post-timeskip; da Naruto, Tsunade, Hinata, Sakura e Sasuke, Naruto genderswapped, Kakashi, Itachi e due Anbu, Jiraya genderswapped; poi Elsa e Gray di Fairy Tail,  Bayonetta dell'omonimo videogioco, Termite Bianca dell'omonimo fumetto italiano, due combattenti di Mortal Kombat, Solid Snake "mimetizzato" di Metal Gear Solid, un Moogle della saga Final Fantasy, Albus Silente di quella di Harry Potter, Daenerys Targaryen del telefilm Game of Thrones, e per finire il sottoscritto nei panni di Eduard Khil che canta Trololo con un uomo-cavallo e una trollface.


Lor

domenica 1 aprile 2012

Nuove date del tour, i Coldplay in concerto anche a Milano e a Roma

Questa è una di quelle notizie che faranno esplodere di gioia i fan italiani dei Coldplay: visto l'esaurimento immediato dei biglietti per il concerto del 24 maggio a Torino, lo staff della celeberrima band londinese ha organizzato due nuove date italiane per il loro tour europeo di questa estate, in modo da accontentare le decine di migliaia di affezionati che le avevano chieste a gran voce.


Come annunciato stamattina durante una conferenza stampa, i due concerti italiani in più sono stati aggiunti alla fine del tour, la cui ultima data era il 22 settembre a Hannover, in Germania. I Coldplay infatti si esibiranno mercoledì 26 settembre a Milano, allo stadio San Siro, e venerdì 28 settembre a Roma, presso il Palalottomatica. In cambio dell'attesa di qualche mese in più, dunque, chi non è riuscito a procurarsi i biglietti per l'esibizione di Torino potrà comunque gustarsi le emozioni di canzoni dal vivo del calibro di Paradise e Charlie Brown, oltre ad altre altrettanto belle precedenti all'album Mylo Xyloto, senza doverli inseguire all'estero o aspettare il prossimo tour.


I costi dei biglietti per le date di Milano e Roma, prossimamente in vendita su TicketOne, non sono ancora noti, ma dovrebbero avvicinarsi a quelli di Torino; le voci femminili d'accompagnamento potrebbero essere quelle di Robyn, di Marina & the Diamonds o di Rita Ora. Vi terremo aggiornati!


Lor